Rizomi pieghe e scatole

Rizoma

al di là della forma – al di là del colore – al di là del visibile

…È necessario cogliere, non come semplice sfumatura, ma come segno decisivo della comune immagine del pensiero, quella che individua la superficie come luogo possibile di una distribuzione della profondità, un luogo dove l’orizzontale e il verticale, non solo convive, ma coesiste con la medesima forza generativa, un piano nel quale possa piegarsi e dispiegarsi l’attività del pensiero nella sua molteplicità di collegamenti e riferimenti. La gramigna questa radice - rizoma ha la proprietà di sviluppare superficialmente le sue innumerevoli radici intrecciandole e distribuendole secondo un piano di consistenza che la natura le ha assegnato quasi a realizzare il paradigma del pensiero e della sua attività organizzativa e interpretativa. Una rappresentazione reale e dinamica del concetto di molteplicità, ossia una realtà di crescita senza soggetto e oggetto, ma soltanto determinazioni, grandezza, dimensioni; queste radicelle si propagano nel terreno come linee sostenute da un’abile mano disegnativa, dirigendosi verso spazi inaspettati, incontrollati, tane oscure che si moltiplicano senza una precisa volontà, senza un determinato scopo, senza una direzione di senso…

Il rizoma che trova dimora e sviluppo nel terreno, rappresenta l’inestricabile nodo gordiano, un gomitolo che esprime la complessità di una realtà che si muove sotto spinte centrifughe, concetti casuali che rimandano ad altri concetti non necessariamente o debolmente legati. Il terreno che accoglie il rizoma diviene invece il luogo di divisione o di confine fra due diverse realtà che solo apparentemente sembrano non dialogare, porsi in contrasto, non trovare relazioni o giustificazioni alla loro distribuzione. L’infiorescenza che cresce e si diffonde al di fuori della superficie del terreno sotto forma di esili e verdi foglioline è la parte apparentemente più fragile, che si mostra nella sua porzione aerea, fuori dal campo: fitta, fresca, quasi impacciata nella crescita, silenziosa, inodore, quasi a sostenere la metafora della semplificazione e dell’assenza di significato…


La forza di una espressione artistica consiste perciò, oltre che nel suo particolare approccio visivo, nella capacità di generare molteplicità, collegamenti e concatenamenti con altre espressioni, altri oggetti d’indagine: L’opera d’arte assume così il ruolo di uno strumento non più finalizzato a se stesso ma aperto ad altre connessioni, altre opere, altri concetti in grado di produrre e riprodurre emozioni, intensità forti, capaci di isolare e scuotere il torpore esistenziale, la noia o l’abbandono, far vivere e rivivere nuovi orizzonti creativi, avvicinarsi e oltrepassare confini sospettosi, superare adiacenti zone d’ombra illuminandole con luci insospettabili…


Fare rizomi, diffondere rizomi, incontrare rizomi, vedere rizomi, ascoltare rizomi, altro non è che l’identificazione di un medesimo concetto, la medesima pratica di applicazione di un metodo di pensare, di un modo di guardare, di un “fare” artistico attraverso il quale è possibile comprendere il molteplice, la complessità che ci circonda, inquadrando le cose nei loro contesti, senza disperdere le conoscenze in mille frammenti indistinguibili, isolati…


Fare rizoma vuol dire godere di una vita, non più deficitaria e bisognosa di essere riempita, ma affollata di eventi, di opzioni, di segni, di molteplicità in attesa di essere tutte esplorate, riconosciute, rivelate…


Piega

materia che si mostra

…Ci sono molte, infinite pieghe intorno a noi, a ciascun soggetto pensante, rivelante o orante, nella mente, nel cuore, sopra la pelle, dentro e fuori al corpo, nello spazio che ci circonda, nella società che ci incatena, nella libertà che ci illude, nella donna che ci ama, negli amici che frequentiamo, nelle persone che ci dimenticano, nel mondo in cui viviamo, nei luoghi che visitiamo, nelle parole che pronunciamo, nei colori che percepiamo, nei suoni che ascoltiamo, in ciò che ammiriamo, nell’agire quotidiano, nell’ essere al mondo, nell’essere in questo mondo, nella nascita che subiamo, nella vita che viviamo, nel dolore che sopportiamo e mai separiamo, nel tremore della morte, nel timore della morte, nell’assenza indesiderata, nel sogno che protegge il sonno, nei sogni non appagati e non realizzati, nelle fragili illusioni che ci confondono, nell’emozione che ci spegne, nel piglio di colui che fissa la luna, negli occhi di un bambino stupito di fronte ai petali di una margherita, nello sguardo di un vecchio meravigliato dall’assenza di chi ama sempre e dovunque pieghe, pieghe, pieghe… Nel mare dell’essere l’uomo è naufrago in una piega…

…Nella piega, vi è contenuta un’energia, una forza, è racchiuso lo slancio vitale che trascina e alimenta ogni impulso spontaneo e creativo di forme nuove e diverse, imprevedibili non finalistiche, libere di muoversi e di vagare verso altre pieghe, altri esseri altre isole …

…Ogni piega è un grido in attesa di essere ascoltato e riconosciuto, che pretende il suo spazio e la sua collocazione, che rivela il desiderio di esprimere la totalità dei sentimenti di cui è portatore …

Una piega rappresenta il semplice, molte pieghe rappresentano il molteplice.

Ciò che si dispiega è esplicito, ciò che si ripiega è implicito.

Piegare vuol dire celare, intrecciare; dispiegare vuol dire svelare, sciogliere.

Piegare significa tagliare; tagliare significa dividere, separare.

Una piega stabilisce il confine fra due possibilità diverse, accessibili contemporaneamente…

Bruciare è piegare diversamente, ogni bruciatura è una piega trasformata in un’altra piega…


Scatola

memoria custodita

…Un luogo dove il tempo, pur scorrendo inesorabilmente, si dispone al richiamo del futuro e alla rivisitazione del passato, un incontro del quale dobbiamo essere certi di disporre la nostra mente all’accettazione, non solo del diverso da noi, ma anche dal diverso dagli altri. Ciò che non prevediamo appartenere alla nostra esistenza, non possiamo escludere appartenga all’esistenza di qualcun altro…


…Ancor di più è lo stupore nel constatare che siamo contenuti in una scatola di vetro: fragile e opaca. In ogni circostanza ciascuno si mostra come contenuto e contenente: due aspetti inseparabili; siamo una scatola contenuta in un’altra scatola: semplicemente sbalorditivo.

Siamo sempre e morbosamente curiosi di vedere il contenuto delle altre scatole, l’altro che non ci appartiene, il diverso da noi. Il mistero in esse condensato, l’evento potenziale sempre pronto ad uscire per attualizzarsi nel tempo e nello spazio circostante…