Una stravagante nota personale

Ho sempre amato la poesia ritenendola la vera, autentica voce del cuore e dell’anima alla quale non si può mai mentire. A tale proposito ricordo la poesia di Aldo Palazzeschi che descrive la sua inquieta anima dal titolo:

Chi sono? Sovente rileggendola ritrovo me stesso e immancabilmente anche l’anima mia è assalita dalle fronde della commozione.  


Chi sono?

Son forse un poeta?

No, certo.

Non scrive che una parola, ben strana,

la penna dell'anima mia:

“follia”.

Son dunque un pittore?

Neanche.

Non ha che un colore

la tavolozza dell'anima mia:

“malinconia”.

Un musico, allora?

Nemmeno.

Non c'è che una nota

nella tastiera dell'anima mia:

“nostalgia”.

Son dunque...che cosa?

Io metto una lente

davanti al mio cuore

per farlo vedere alla gente.

Chi sono?

Il saltimbanco dell'anima mia.

Sono nato nel 1955 a Lendinara (RO) e ho svolto per quarant’anni l’attività di insegnante presso un Istituto Superiore dell’altopolesine. Ho rivolto parte della mia attenzione alla conoscenza degli interessi, delle aspirazioni e delle inquietudini dei giovani. Ad essi, in particolare, ho dedicato il mio lavoro artistico, i miei rizomi. Ai giovani dico: - Voi che nell’intraprendere un percorso di vita, vi trovate spesso immersi in un groviglio di strade, vorrei che la vostra vita fosse ricca di rizomi e che la scopriste in ogni sua piega, custodendola in una scatola di memoria. Vorrei che iniziaste, fin da ora, a coltivare l’arte del fare rizoma -. Non ho mai trascurato le persone fragili, i vecchi che con il loro mondo affascinante e misterioso, pieno di conoscenze, di informazioni, di esperienze, di amarezze, di delusioni, di gioie e di tanti sentimenti, sanno sempre mostrare quella straordinaria serenità e quella giusta distanza che separa le vicissitudini della vita.

Ho costruito, con amore e dedizione, un percorso artistico significativo e durevole affiancandolo a studi filosofici che mi hanno consentito di approfondire e valutare la valenza dell'arte e le sue contaminazioni. Il libro Rizomi pieghe e scatole – idee, concetti e rappresentazioni – edito nel 2011 dalla Panda Edizioni, al quale sono particolarmente legato, esprime e raccoglie la poetica dei rizomi che da oltre vent’anni vado coltivando. Esso rappresenta il raggiungimento di una tappa significativa della sua attività artistica. L’altro libro al quale sono parimenti affezionato è: - 50 domande | 49 risposte – chiodi della vita - arte, passione e amore. Un libro che parla di me e che raccoglie i miei pensieri sempre protesi alla ricerca di luoghi dove abbandonarsi e distendersi per ascoltare, accogliere e proporre le domande giuste, non certo per trovare le risposte giuste. È un’intervista sulla persona, sul mio lavoro d’artista sempre contaminato da eventi, idee, pensieri, passioni. A chi mi chiede che cosa sia l’arte dico che essa è un’amante fedele ed esigente con la quale puoi fare ogni giorno l’amore e se al desiderio, al piacere sopraggiunge inaspettato il dolore, si può star sicuri che alla fine scoppierà sempre la gioia. Ho dedicato tutta la vita all’arte e non passa una giornata senza che il mio pensiero si rivolga a lei, si metta al suo fianco, si proietti nella sua passione e pulsione. All’inizio di ogni mio lavoro sono preso da un grande desiderio, una smania di fare, una voglia immensa di dare, di svuotare tutto quello che ho dentro. Ho la testa nelle stelle e le mani si muovono, impugnano, toccano, plasmano, spinte da uno spirito estraneo, da forze soprannaturali. Poi incominciano i dubbi, gli interrogativi. Mi domando se quello che sto facendo corrisponde a quello che veramente voglio. Iniziano così le insoddisfazioni, i pentimenti, i malesseri, l’angoscia. È questo il momento più difficile, quello in cui devo resistere, buttando fuori tutto quello che ho dentro, dimostrando che quello che sto facendo lo amo davvero, sinceramente. Così ogni lavoro raggiunge la fine e l’opera per la quale ho sofferto, gioito, pianto e a volte goduto, non mi appartiene più. La guardo ora quasi con sospetto, timoroso di una delusione. Per me la realizzazione di un quadro è l’atto d’amore più inquietante e più meraviglioso che ci sia.

Il mio lavoro artistico non ha né oggetto né soggetto, è realizzato con materiali diversi e diversamente formati. È fatto di idee, di concetti, di movimenti, di velocità, di collegamenti, di funzioni, di unioni, di vicinanze, di strati, di superficialità, di profondità, di infiniti silenzi, ma soprattutto è fatto d’amore, un amore per l’arte che esce dall’animo per approdare nel quadro con tutta l’energia della quale è carico. Questo è un segno indistinguibile, una luce fiacca che percorre tutta l’opera, penetrando l’ombra che la avvolge.

Ho iniziato ricordando una poesia di Palazzeschi che amo particolarmente, perché sa cogliere i palpiti dell’anima, ora vorrei concludere proponendo un’altra poesia (senza titolo) di Patrizia Valduga tratta dalla raccolta MEDICAMENTA e che ha la capacità di far percepire i fremiti e i bollori dell’anima innamorata dell’arte, come la mia.


Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...

comprimimi discioglimi tormentami...

infiammami programmami rinnovami.

Accelera...rallenta...disorientami.


Cuocimi bollimi addentami...covami.

Poi fondimi e confondimi...spaventami...

nuocimi, perdimi e trovami, giovami.

Scovami...ardimi bruciami arroventami.


Stringimi e allentami, calami e aumentami.

Domami, sgominami poi sgomentami...

dissociami divorami...comprovami.


Legami annegami e infine annientami.

Addormentami e ancora entra...riprovami.

Incoronami. Eternami. Inargentami.